In memoriam
Monza 27 ottobre 2018
In Chiesa, Pietro, Martino, Antonio
Cerimonia funebre per Marinella Morini Boselli
Ciao Mari, ciao Mamma,
sapessi quanta gente in queste ore ha voluto dirci quanto tu sia stata una sorella, un’amica, una moglie e una mamma speciale. Abbiamo pianto, certo, ricordandoci dell’amore che sei riuscita a lasciare su questa terra ma più che la tristezza ci ha pervaso l’idea e la certezza che tu sia stata una persona speciale. In tanti ci hanno raccontato piccoli e grandi episodi da cui traspare una generosità, una purezza d’animo e un amore senza confini per chi ti stava intorno. Sei stata il pilastro su cui abbiamo costruito la nostra famiglia rappresentando per noi sempre una guida, a volte, anzi spesso, silenziosa capace di mostrarci la strada giusta. Per te la famiglia era la cosa più importante, lo era la nostra, lo era quella in cui sei cresciuta a Brescia con il Nonno Antonio, amatissimo, la Nonna Isa e i tuoi fratelli Giulia, Simonetta, Guido e Stefano. A proposito del Nonno Antonio, una copia sgualcita e torturata dal tempo del suo romanzo “Son nato di marzo” te la sei tenuta lì, sul comodino, di fianco al letto, a tenerti compagnia per tutti questi anni. Per tutti, nessuno escluso, ci sei sempre stata. Avresti scalato una montagna per tutti noi, e lo hai fatto tante volte, per assicurarti che stessimo bene. Minuta fisicamente, gigante nella tenacia, nella caparbietà, nella determinazione. E’ la tua vita che ce lo dice, a 16 anni te ne sei andata un anno negli Stati Uniti, ti sei laureata giovanissima a Milano in biologia, hai intrapreso prima la carriera di ricercatrice e poi di insegnante di matematica e scienze. Una donna pratica, concreta, di grande cultura che non sopportava la maleducazione, le parole vuote, la superficialità. Adoravi Joan Baez. Per Pietro sei stata un sostegno indispensabile per affrontare i piccoli, grandi problemi della vita, una cura e un amore che il Babbo ha saputo ricambiare negli ultimi anni della tua brutta malattia, aiutandoti a vivere con serenità e dignità un momento difficile, il più difficile della vostra vita. Con Martino e Antonio sei stata una mamma sempre presente, affettuosa capace di arrabbiarsi sempre per una ragione valida. Ci hai portato il Nesquik tutte le mattina prima di andare a scuola, ti sei sempre assicurata che andasse tutto bene, con discrezione, senza mai invadere le nostre vite, sei sempre stata un porto sicuro nel mare agitato delle nostre adolescenze. Hai accudito con un amore infinito anche Pluto e Tender, i nostri cagnolini, che spesso ricordavi anche negli ultimi mesi.
Tu biologa e insegnante appassionata, correggevi subito chi per ordinare un polpo diceva “polipo” (che sono quelli del naso, ricordatevelo tutti quanti mi raccomando!). Negli ultimi anni una brutta malattia ti ha cominciato a portare via i ricordi ma in fondo il tuo cuore è rimasto intatto, colmo d’amore. Il Babbo si è segnato delle frasi che hai detto anche recentemente: il 27 aprile hai detto al Babbo “sei mio amico, ti conosco da tanto tempo, ti ho sempre voluto bene...con Pluto e Tender...”. Lo scorso 5 giugno all’Elba, distesa nel letto, un po’ dolorante alla schiena, il Babbo ti chiede “come stai?”, tu apri gli occhi, sorridi e dici “sto preparando la lezione di matematica”. Sempre all’Elba il 2 luglio chiedi al Babbo “dormiamo insieme?” e lui risponde “sì” e tu contenta “...così ci ricordiamo...” o il 19 settembre quando confessi a Pietro “mi hai aperto il cuore quando ho cominciato a capire di stare con te” o domenica 14 ottobre “sai che averti qui a casa è proprio un piacere, specie con i bambini piccoli”. Ti riferivi ai tuoi figli, Martino e Antonio, per te rimasti sempre bambini, che forse rivedevi nel piccolo Diego, il tuo nipotino, che per fortuna hai avuto tempo di abbracciare, baciare e stringere a te.
Ce ne sono altre di frasi, alcune più tristi, altre più irriverenti, lampi di Marinella che ogni tanto veniva in superficie regalandoci un sorriso.
Te ne sei andata via nel tuo stile, hai aspettato che il Babbo si addormentasse e senza rompere, in silenzio, per fortuna senza soffrire, ci hai lasciato. Ma solo su questa terra.
Ora tocca a noi ricordarti, ogni giorno, portandoci dentro tutto quello che sei stata per noi, perché se saremo capaci, anche solo in minima parte, di essere come sei stata tu allora abbiamo la certezza che la nostra vita varrà la pena di essere vissuta.
Ti vogliamo bene Mamma, fai buon viaggio sapendo che potrai contare sulla serenità di chi è stato giusto nella vita.
Fair wind, Mamma.
In Chiesa, Pietro, Martino, Antonio
Cerimonia funebre per Marinella Morini Boselli
Ciao Mari, ciao Mamma,
sapessi quanta gente in queste ore ha voluto dirci quanto tu sia stata una sorella, un’amica, una moglie e una mamma speciale. Abbiamo pianto, certo, ricordandoci dell’amore che sei riuscita a lasciare su questa terra ma più che la tristezza ci ha pervaso l’idea e la certezza che tu sia stata una persona speciale. In tanti ci hanno raccontato piccoli e grandi episodi da cui traspare una generosità, una purezza d’animo e un amore senza confini per chi ti stava intorno. Sei stata il pilastro su cui abbiamo costruito la nostra famiglia rappresentando per noi sempre una guida, a volte, anzi spesso, silenziosa capace di mostrarci la strada giusta. Per te la famiglia era la cosa più importante, lo era la nostra, lo era quella in cui sei cresciuta a Brescia con il Nonno Antonio, amatissimo, la Nonna Isa e i tuoi fratelli Giulia, Simonetta, Guido e Stefano. A proposito del Nonno Antonio, una copia sgualcita e torturata dal tempo del suo romanzo “Son nato di marzo” te la sei tenuta lì, sul comodino, di fianco al letto, a tenerti compagnia per tutti questi anni. Per tutti, nessuno escluso, ci sei sempre stata. Avresti scalato una montagna per tutti noi, e lo hai fatto tante volte, per assicurarti che stessimo bene. Minuta fisicamente, gigante nella tenacia, nella caparbietà, nella determinazione. E’ la tua vita che ce lo dice, a 16 anni te ne sei andata un anno negli Stati Uniti, ti sei laureata giovanissima a Milano in biologia, hai intrapreso prima la carriera di ricercatrice e poi di insegnante di matematica e scienze. Una donna pratica, concreta, di grande cultura che non sopportava la maleducazione, le parole vuote, la superficialità. Adoravi Joan Baez. Per Pietro sei stata un sostegno indispensabile per affrontare i piccoli, grandi problemi della vita, una cura e un amore che il Babbo ha saputo ricambiare negli ultimi anni della tua brutta malattia, aiutandoti a vivere con serenità e dignità un momento difficile, il più difficile della vostra vita. Con Martino e Antonio sei stata una mamma sempre presente, affettuosa capace di arrabbiarsi sempre per una ragione valida. Ci hai portato il Nesquik tutte le mattina prima di andare a scuola, ti sei sempre assicurata che andasse tutto bene, con discrezione, senza mai invadere le nostre vite, sei sempre stata un porto sicuro nel mare agitato delle nostre adolescenze. Hai accudito con un amore infinito anche Pluto e Tender, i nostri cagnolini, che spesso ricordavi anche negli ultimi mesi.
Tu biologa e insegnante appassionata, correggevi subito chi per ordinare un polpo diceva “polipo” (che sono quelli del naso, ricordatevelo tutti quanti mi raccomando!). Negli ultimi anni una brutta malattia ti ha cominciato a portare via i ricordi ma in fondo il tuo cuore è rimasto intatto, colmo d’amore. Il Babbo si è segnato delle frasi che hai detto anche recentemente: il 27 aprile hai detto al Babbo “sei mio amico, ti conosco da tanto tempo, ti ho sempre voluto bene...con Pluto e Tender...”. Lo scorso 5 giugno all’Elba, distesa nel letto, un po’ dolorante alla schiena, il Babbo ti chiede “come stai?”, tu apri gli occhi, sorridi e dici “sto preparando la lezione di matematica”. Sempre all’Elba il 2 luglio chiedi al Babbo “dormiamo insieme?” e lui risponde “sì” e tu contenta “...così ci ricordiamo...” o il 19 settembre quando confessi a Pietro “mi hai aperto il cuore quando ho cominciato a capire di stare con te” o domenica 14 ottobre “sai che averti qui a casa è proprio un piacere, specie con i bambini piccoli”. Ti riferivi ai tuoi figli, Martino e Antonio, per te rimasti sempre bambini, che forse rivedevi nel piccolo Diego, il tuo nipotino, che per fortuna hai avuto tempo di abbracciare, baciare e stringere a te.
Ce ne sono altre di frasi, alcune più tristi, altre più irriverenti, lampi di Marinella che ogni tanto veniva in superficie regalandoci un sorriso.
Te ne sei andata via nel tuo stile, hai aspettato che il Babbo si addormentasse e senza rompere, in silenzio, per fortuna senza soffrire, ci hai lasciato. Ma solo su questa terra.
Ora tocca a noi ricordarti, ogni giorno, portandoci dentro tutto quello che sei stata per noi, perché se saremo capaci, anche solo in minima parte, di essere come sei stata tu allora abbiamo la certezza che la nostra vita varrà la pena di essere vissuta.
Ti vogliamo bene Mamma, fai buon viaggio sapendo che potrai contare sulla serenità di chi è stato giusto nella vita.
Fair wind, Mamma.
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